Se nei primissimi anni di vita si sviluppa la costruzione
del linguaggio verbale, in quelli successivi, in generale attorno al quarto
anno di vita, comincia a svegliarsi nei bambini, quasi come una magia, una
enorme curiosità verso il mondo delle lettere.
I segni grafici che compongono il nostro alfabeto è un universo
sconosciuto e affascinante nel quale vogliono, con i loro strumenti
rudimentari, entrare.
A un certo punto nella vita dei bambini accade
qualcosa. E' come se all’ improvviso si
accorgessero dell’esistenza della scrittura, capace di trasmettere messaggi per
loro indecifrabili, e allora, a volte quasi come un’ossessione, scrutano le
lettere per cercare di comprendere il loro significato. Percorrono con le loro piccole dita le linee
che esse disegnano sul foglio, tentano di riprodurle producendo sequenze di
geroglifici indecifrabili, compongono parole impossibili fatte di lunghe file
di consonanti e poi chiedono agli adulti di leggere quello che hanno scritto, imparano,
ancora senza saper leggere, a scrivere a memoria il proprio nome e, chi sa come, ne perché, lo ripropongono esattamente al contrario, domandano continuamente
che cosa c’è scritto su tutti i cartelli.
I bambini desiderano fortemente varcare la soglia della scrittura per entrare in quel universo condiviso (soltanto) dagli altri. Questo passaggio significa un importante momento d’inclusione, anche qui si apre una nuova possibilità del relazionarsi con l’altro.
I bambini desiderano fortemente varcare la soglia della scrittura per entrare in quel universo condiviso (soltanto) dagli altri. Questo passaggio significa un importante momento d’inclusione, anche qui si apre una nuova possibilità del relazionarsi con l’altro.
Le lettere diventano così i personaggi favoriti dei loro
disegni. Man mano imparano a
riconoscerle e a nominarle, con un ulteriore passaggio capiscono che le lettere
non rappresentano altro che suoni.
Quando riescono ad associarli e a metterli insieme il gioco è
fatto. Ma quanto è meraviglioso quel
momento dell’infanzia prima della scrittura! Come è bello riscoprire la magia
delle lettere insieme a loro!
Per accompagnarli in questo emozionante percorso Toc Toc propone un libro delizioso e un oggetto che, nella sua semplicità, si apre a una vasta possibilità di usi e di gradi di difficoltà.
Oi gioco didattico è uno strumento per lo sviluppo della
manualità fine. Dall' inserimento della
stringa nei fori, la costruzione di figure libere, l’imparare ad allacciare le
stringhe fino alla riproduzione di forme e segni definiti. Oi è un gioco aperto a diverse possibilità,
tra le quali quella di riproporre lettere e numeri a partire da un codice
grafico di riferimento. Si, le lettere si possono anche cucire su una tavoletta di
legno. Questo esercizio implica concentrazione
e una grande capacità di osservazione.
Infine, una volta che il bambino conosce le lettere, sarà importante
riuscire a farle seguendo un ordine determinato, quello della costruzione delle
lettere stesse: per la “A” la prima linea dall’alto verso il basso, si ritorna
al punto di partenza e si fa la seconda linea inclinata verso il basso e, per
finire, il piccolo tratto orizzontale, da destra a sinistra.
Oi, grazie alle sue dimensioni e al grande foro in alto, è
facile da trasportare. E’ stato pensato,
in effetti, come un gioco da viaggio, un oggetto da portarsi dietro al
ristorante o nelle lunghe attese… per cucire, ci piace dire, con i fili
dell’immaginazione.
Il libro che abbiamo scelto, invece, è la particolarissima storia di Marco Scalcione “a contro tutti. La rivolta delle minuscole”. Per trovare il libro adatto la ricerca è stata lunga. Volevamo proporre per questa fascia un abecedario e, anche se diversi bellissimi libri ci avevano ispirato, quando abbiamo scovato questo lo abbiamo scelto immediatamente. Quello che ci ha conquistato è il fatto che effettivamente, ed era quello che noi stavamo cercando, quando si entra in questo albo illustrato sembra di entrare veramente nel mondo delle lettere. Animate, vive, con personalità propria.
“Quel giorno la piccola a si era proprio stufata della solita prepotenza
della grande A, per
cui fece le valigie e se ne andò”.
E’ l’inizio di una storia piena di fantasia dove giocando, e
con deliziosa ironia, si scopre ogni lettera e insieme, la differenza tra
maiuscole e minuscole.
Una grafica essenziale è capace di dare vita ad ogni
lettera, e, addentrandosi nel libro, si scopre come ognuna ha un carattere che
gli è consono: B è
una brontolona, la D
denigrava la d, E evitava e, G gridava g. Le lettere, insieme alle parole, trasmettono emozioni. Quando poi le maiuscole
vanno alla ricerca delle minuscole (in sciopero) le trovano tra i disegni che
raffigurano le parole… f
si nasconde in un fiore, d
è seduta sul divano, l nuotava
nel latte fresco, q
stava dipinta in un quadro. Le lettere,
quasi inscindibilmente, abitano nelle cose, stanno dentro, fanno parte di
esse.
L’albo, poi, presenta le lettere in corsivo. Come mai questa scelta così diversa e
coraggiosa? Il corsivo, come forse
sapete, è una scrittura oramai abolita dalla scuola elementare in diversi paesi
(soprattutto nordeuropei) perché considerata in disuso. Su l'uso del corsivo ci sono diversi dibattiti
pedagogici; c’è chi lo sostiene fervorosamente, c’è chi lo considera
inutile. Il suo uso, ad oggi, è
puramente nostalgico o ha qualcosa in più da offrire alla scrittura? Nel
corsivo ogni parola è composta da un’unica linea che, ininterrottamente, la
compone dall’inizio alla fine. E’ la
mano che, in un unico gesto, veloce, di getto, ricrea ogni parola e la divide
dalle altre. Non è questa una scrittura
più intima e calida? Non è forse più immediata? Per noi il corsivo dona una
grande dignità alla scrittura per quello ci piace riproporlo anche nella nostra
grafica, quindi un punto ancora a favore di questo splendido albo illustrato!
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