3 maggio 2016

Storia di una parola misteriosa e il gioco coppie matte di TOC TOC

Come in quasi tutte le cose che hanno una certa rilevanza per le nostre esistenze, nel mondo della letteratura per l’infanzia, a un certo punto, ci troviamo davanti ad un paradosso. Di fronte ad un interesse sempre maggiore per la lettura ai bambini fin da piccolissimi, quando si arriva all’età della ragione e i bambini sono in grado di leggere da soli, il mondo della letteratura per l’infanzia viene, purtroppo, spesso abbandonato.  Succede, se non ci credete chiedete ai vostri librai di fiducia. I libri più venduti sono destinati a bambini fino a quattro, cinque anni.  Gli albi illustrati sono i più ricercati, specialmente se hanno meno parole e più disegni affascinanti; ma i libri, i piccoli romanzi per l’infanzia e per ragazzi, per non parlare dei classici, si vendono poco.  

Perché, a un certo punto, ai bambini non interessano più i libri? Sono vani i nostri sforzi per avvicinarli fin da piccolissimi al mondo della letteratura per l’infanzia? 

Le domande sono tante e le sfumature delle risposte altrettanto.  Sarebbe un tema da trattare ed approfondire con la dovuta cura, ma non è questo lo spazio per farlo. Però, visto che stiamo trattando il tema "La Parola", ci sembrava opportuno, o forse doveroso, porsi la questione.  
Certo, non tutto è nero, qualche speranza bisogna pure avere. Se è vero che la maggior parte dei bambini non legge, dobbiamo pur riconoscere che, anche se in minoranza, non è sempre così.  Ci sono pure bimbi appassionati di letteratura, che continuano a leggere durante la crescita e si portano l’amore per i libri fino all’età adulta.  Un seme piantato bene dà i suoi frutti.



Forse bisogna allora chiedersi perché alcuni sì ed altri no? O meglio, che cos’è che cattura e affascina del mondo dei libri che una volta afferrato non ci abbandona più? 
Una volta capitò di sentire riferire la storia di un famoso scrittore che raccontava di aver odiato i libri fino all’età di dodici anni, quando li capitò un’insegnante di italiano che dedicò gran parte delle sue ore di lezione a leggere un romanzo ai suoi allievi.  Solo allora scoprì la meraviglia di una storia contenuta in un libro e da quel momento non poté più separarsene.  E’ la qualità della storia e la passione con la quale viene letta, quello che fa la differenza.

Ma se i bambini dopo il sesto anno di vita lasciano poco spazio alla lettura figuriamoci cosa può restare alla scrittura.  Vi ricordate i diari segreti dove lasciare traccia delle proprie giornate e delle proprie scoperte? Chi li usa più? Conoscete qualche bambino oggi che scrive come un tempo, forse, facevate voi?
Anche qui si apre un bel dilemma e le domande da porsi sono tante.  Forse come prima cosa c’è da chiedersi che cosa d’interessante ci sarebbe da scrivere per un bambino oggi? La lezione di nuoto? Il corso di musica? O magari l’emozione di essere passato di livello nell' ultimo videogioco? Dove stanno le avventure nella vita dei nostri bambini? Quali sono le loro scoperte? Dove stanno le scintille del proprio vissuto che potrebbero far scattare il desiderio di lasciare qualche storia per scritto? 
Anche qui ci troviamo forse davanti ad un paradosso: più cerchiamo di riempire, di cose o di attività, le giornate dei nostri bambini, più esse sono vuote.  Vuote di storie, di esperienze, di scoperte.


Non è certamente compito nostro, creatrici di Toc Toc, dare risposta a questi dilemmi, però come genitori e come creative ci interessa riflettere su aspetti più profondi del mondo dell’infanzia oggi e vogliamo condividere le nostre riflessioni con voi.  Non possiamo certamente cambiare il mondo ma magari una scintilla la possiamo accendere; possiamo porre le vostre attenzioni su questioni che non sono banali; possiamo, forse, offrire qualcosa: uno spunto, uno sguardo diverso, una piccola proposta.

E’ questo il motivo che ci ha spinto a trattare il tema LA PAROLA e a proporre per la fascia 6/9 un gioco di scrittura creativa.  Certamente non siamo esperte in materia e quindi ci siamo affidate a chi della scrittura per bambini ha fatto un mestiere; chi meglio di Gianni Rodari per darci qualche dritta?
Coppie Matte è un gioco ispirato al “binomio fantastico” un’invenzione di Rodari proposta nel suo unico libro teorico “La Grammatica della Fantasia”.  Per Rodari, che di fantasia ne aveva tanta, le storie non nascono dal nulla… ci vuole qualcosa per farsi venire un’idea: un cambio di prospettiva, uno stimolo esterno, un avvenimento casuale capace di destare la scintilla, di darci il “la” per partire poi con l’immaginazione.  Il binomio fantastico vuole essere quella scintilla: due parole che possono aprire le porte della fantasia; due parole “distanti”, che non c’entrano nulla l’una con l’altra, possono far nascere una storia forse strampalata ma divertente, proprio per la mancanza di connettività tra i termini. 



 

 


Coppie Matte è così un gioco per risvegliare la fantasia, per inventare storie più o meno efficaci non importa, per far passare quei tempi morti con due risate; è un gioco da fare in due, in tre, in tanti, con bambini, con adulti, tra adulti… Una base di 48 tessere in cartone : nomi, aggettivi e verbi e due jolly per ampliare le parole del gioco fino all’infinito… un gioco senza età per il puro piacere di stuzzicare l’immaginazione e vedere fin dove arriva, e chi sa, magari qualche bella storia nasce… e vale la pena di scriverla.




Insieme al gioco abbiamo proposto l’albo illustrato "CIMPA. La parola misteriosa” di Catarina Sobral, edito da Nuova Frontiera Junior, che ha vinto il premio come Miglior libro per bambini 2013 in Portogallo.  Una storia divertente, un approccio ludico alla grammatica adatto ai bambini della scuola elementare che ci insegna come le parole possono essere usate in modi diversi nella frase senza una goccia di noia. Un simpatico viaggio attraverso le parole ed il loro utilizzo che con ironia e buon umore ci porta nel mondo della grammatica e ci insegna il significato più profondo delle parole: quello di unire le persone.

Due inviti, Cimpa e Coppie Matte, a giocare con le parole, a comporle e scomporle e a mischiarle per scoprire il loro potere:  costruire un pensiero, raccontarsi e raccontare storie.  







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