8 luglio 2016

Linee e segni sulla sabbia insieme a Giordano del faro


E’ difficile dire, se ci riportiamo alle nostre infanzie, che cosa amavamo di più come bambini della spiaggia.  Chiaramente tutto va riportato al proprio vissuto, ai propri ricordi, alle esperienze belle o brutte che abbiamo avuto, ma in generale, per chi da bambino frequentava una spiaggia, i ricordi felici si mescolano e probabilmente non si è certi se si preferiva di più stare in acqua o a giocare con la sabbia sulla riva del mare.  

Alla sabbia, dunque, abbiamo dedicato un posto speciale in questa edizione.  Per i più piccoli, bambini che abbiamo inserito orientativamente nella fascia da zero a tre anni, abbiamo dedicato dei contenitori con diversi fori per osservare cascate di acqua o di sabbia.  Per i più grandicelli, da tre a sei anni, invece, abbiamo voluto concentrarci su quest’ultimo elemento. 

La sabbia rappresenta il gioco per eccellenza dei bambini.  E’ forse “il gioco” inteso nel senso più ampio della parola.  Un “buon” gioco è quello capace di suscitare più risposte da parte dei bambini.  Il buon gioco stimola l’immaginazione e la creatività nella misura in cui è il bambino a inventare i modi di utilizzare quel gioco.  La sabbia è il gioco per eccellenza perché è infinitamente modellabile e sarà il bambino a darle forma.  Spesso un gioco più semplice è, più possibilità offre.  Contrariamente più sofisticato e articolato è, meno possibilità avrà nel gioco, perché sarà capace di offrire solo quelle risposte, quelle specifiche cose per il quale è stato pensato.  La sabbia è così il gioco delle mille possibilità; sarà forse per questo che i bambini non si stancheranno mai di giocarci?


Come giochi per la sabbia conosciamo bene il secchio e la paletta (giochi eterni che non devono mai mancare nella sacca per la spiaggia), le formine degli animali, dei pesci, a volte dei dolci di pasticceria (questi ci piacciono un po’ di meno perché danno già la forma, solo una, che verrà fuori dalla sabbia), i mulinelli, i camioncini di plastica, i setacci, ecc. Noi abbiamo voluto offrire qualcosa di diverso, qualcosa che aprisse una nuova possibilità di gioco con la sabbia, pur restando semplice. 
Abbiamo pensato di proporre un gioco per disegnare con la sabbia (grande tappeto immacolato dove tutto può essere scritto e disegnato, anche se con vita breve) in diversi modi, con diversi tratti, generando forme e linee dai diversi contorni.  Un gioco ispirato al giardino zen giapponese dove un piccolo rastrello disegna onde sulla sabbia e crea percorsi segnati da sassi, curve, linee. 
Pesce forma è composto da sei quarti di cerchi realizzati in plexiglas in tre colori, dove ogni lato propone un profilo diverso che disegna linee, onde, solchi differenti uno dall’altro.  Una scusa per sperimentare come la sabbia può essere modellata in mille modi diversi e per divertirsi creando quadri, percorsi, città fantastiche o paesaggi inusitati. 
Pesce forma può essere anche utilizzato come stencil per disegnare sulla sabbia o su un foglio di carta.


Insieme al gioco abbiamo proposto un libro delicato e pieno di poesia dove il mare gioca un ruolo fondamentale.  E’ difficile valutare se ci hanno conquistato per prime le strepitose illustrazioni di Marina Marcolin o la storia pacata ma universale come l’uomo, fatto sta che una volta letto non abbiamo avuto dubbi sul fatto di sceglierlo per voi. 



Giordano del faro racconta la storia di un bambino che vive in un faro con suo padre.  Quest’ultimo non compare mai, lo conosciamo solo come riferimento, ma la vita di Giordano si svolge quasi in assoluta solitudine, solo con il mare come amico.  Anche qui, come nel libro L’Onda, scelto per la fascia 0/3, è l’autonomia del bambino, la sua solitudine, quello che gli consente di realizzare un rapporto libero, autentico, non mediato con il mare.  In questo caso, però, il mare rappresenta la possibilità, la speranza. 







E’ difficile leggere questo albo e non pensare alle innumerevoli persone che nel nostro tempo attraversano il mare cercando un futuro migliore.  Il mare racchiude in sé l’altrove, la speranza, la possibilità, il diverso. 



Giordano fa una vita semplice ma felice, una solo cosa non lo lascia in pace: una domanda vecchia come l’uomo, una ricerca interna, un bisogno profondo di scoperta: Che c’è al di là del mare?
Un albo semplice e raffinato che affronta un argomento filosofico ancestrale.  Giordano del faro saprà trovare i mezzi per seguire il suo istinto e il mare amico saprà portarlo verso l’altro. 



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